mercoledì 25 aprile 2012

"Ospiti illustri" n° 4: Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti, Rime
CHI E' QUEL CHE PER FORZA A TE MI MENA

***

Chi è quel che per forza a te mi mena,
oilmè, oilmè, oilmè,
legato e stretto, e son libero e sciolto?
Se tu incateni altrui senza catena,
e senza mane o braccia m’hai raccolto,
chi mi difenderà dal tuo bel volto?













venerdì 20 aprile 2012

Trombamici

«Scusa ... ripeti, che non ho capito!?»
«Ho detto che per me sei innamorato
e questo rende tutto complicato ...
non è quel che avevamo pattuito!

Noi siamo "trombamici", mi hai capito?
Il sentimento non è contemplato.
Il cuore qui non c'entra, e tu hai sbagliato ...
Era un bel gioco, ma oramai è finito!»

Io non lo so se in questo c'entra il cuore,
però per me non è proprio lo stesso ...
io non trombo con te: faccio l'amore!

E adesso cosa faccio, ti confesso
che quando sto con te sono migliore?
«No, guarda ... anche per me è soltanto sesso!»


venerdì 13 aprile 2012

Self-service

Mi guarda con il solito sorriso.
- Le servo i cannelloni?
- No, grazie, un po' di riso.
- Per secondo le do' la cotoletta?
- No, guardi, ho molta fretta.
- Prenda almeno un contorno!
- Basta una macedonia. Sa com'è:
sempre di corsa e poi
non resta neanche il tempo di un caffé!

Saremo un centinaio
in questo sotterraneo di via Larga:
studenti, preti, vigili, turisti,
bancari ed impiegati.
Molti quelli già visti,
pochi i nuovi arrivati.
Tutti seduti, ben allineati,
stesso vassoio, stessa tovaglietta,
pane, bicchere, mezza minerale,
tutti stringiamo in mano una forchetta
osservando lo stesso rituale.
Uguale l'etichetta,
identica la fretta.

Penso ai nostri antenati.
Non a quelli recenti. Ai primitivi.
Li immagino che guardano noi vivi
chiedendosi scorati:
"è questo quel che siamo diventati?
E' questo il risultato
di millenni di caccia agli elefanti?
Cosa ne è stato delle corse urlanti,
partire in tanti e ritornare in pochi,
del sangue, della carne sopra i fuochi,
dei banchetti festanti?".
Guardo piano ogni faccia.
Di quello che eravamo non c'è traccia,
se non nella forchetta
che affonda lenta nella cotoletta.

Poi succede qualcosa.
D'istinto stringo gli occhi.
Dilato le narici.
Ho i sensi all'erta, un fremito nel cuore.

Riconosco un odore.

Rapido come il vento
si risveglia il retaggio
dei tempi antichi quando ero selvaggio,
quei tempi ormai lontani
quando ero solamente un cacciatore
e uccidevo le bestie con le mani.
Sento il richiamo, sento che mi dice
che quel ricordo non è più sepolto ...
ero nudo, ero sporco, ero felice,
i muscoli scattanti, il pelo folto,
l'occhio vivace e attento, il muso unto ...
il mio nome era Grunto!

- Donna, dammi il cosciotto!
- Lo vuole crudo o cotto?
- Crudo! Con le patate!
E via quelle posate:
io sono Grunto, il cacciatore d'orsi
e dunque mangio a morsi!
Niente bottiglie, bastano i ruscelli:
le mani a coppa, bevo l'acqua a sorsi.
Ho il sole in faccia, il sale nei capelli,
non temo il lupo, non m'inquieta il tuono,
ascolto il dolce canto degli uccelli,
ascolto il vento nella sua rincorsa,
ascolto ... ascolto pure questo suono
che mi sta uscendo fuori dalla borsa ...

- Pronto ... dimmi, Annunziata ...
Che cosa? La riunione è già iniziata?

Lascio il vassoio e vado via di corsa.


venerdì 6 aprile 2012

L'aperitivo

Al telefono, prima,
mi hai detto che dovrai vedere "coso".
Mi hai spiegato il motivo
per cui non puoi vederlo nel tuo ufficio,
anche se non mi è chiaro il beneficio
di mischiare lavoro e aperitivo!
Ora, ecco... io non è che sia geloso
- e di chi, poi... di "coso"? -
però, quando lo vedi,
non sederti con lui ad un tavolino,
restate al banco, in piedi:
è più professionale, tu non credi?
E in ogni caso, non stargli vicino:
pensa un po' che disdetta
se c'è dell'aglio sopra la bruschetta!
Se ti dice "parliamo un po' di noi"
raccontagli di tutti i tuoi difetti,
digli che c'hai le rughe
se tieni gli occhi stretti,
che il cane sbava, che hai due amiche ladre,
parlagli di tua madre...

Ok, ok, la smetto.
Lo giuro, mi venisse un accidente:
non ti dico più niente.
Ma tu, se mi vuoi bene,
non bere cose forti, prendi un tè.
E poi magari parlagli di me.