domenica 6 maggio 2012

Sopra un aforisma di Aristotele

Siamo quello che facciamo ripetutamente. L'eccellenza non è dunque un atto, ma un'abitudine.

Se è vero che noi siamo solamente
quel che facciamo ripetutamente
io dunque cosa sono?

Se penso a quel che faccio
non sono che uno straccio di impiegato:
serio, efficiente, onesto... disperato!
Perché del mio lavoro
non resta proprio niente
e questo, se ci penso, è deprimente!
Ma in fondo, poi, poteva andarmi peggio:
ho un amico che vive al Lorenteggio
che è pure lui impiegato, ma al catasto!
E quindi, non tocchiamo questo tasto.

E allora, cosa sono?
Cosa faccio di buono,
qual è il motivo della mia esistenza,
quale valenza c'è nel mio operato?

Senti cos'ho pensato.
Di tutto quel che sono e quel che faccio
soltanto di una cosa mi compiaccio:
del mio essere ancora innamorato.
Ecco quello che faccio ogni momento:
ti amo, anche se non mi stai vicino,
anche se mi incasino
in questo nostro eterno inseguimento...

Dice che l'eccellenza è un'abitudine:
per colpa tua, io eccello in solitudine.



4 commenti:

  1. effe non ha capito un ci.
    ma grazie ad effe ci regali queste meraviglie.

    ciao!!

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    1. In realtà non è tutta colpa di effe, è anche colpa del suo lavoro. E un po' è anche colpa mia: giusto per citare il post odierno di Paolo, forse "non sono nato per essere coppia" nemmeno io.
      E' il bello di scrivere storie (poesie?), che puoi un po' cambiare la realtà... anche perché effe non legge queste pagine (sa che esiste un blog ma non sa qual'è) e quindi non può smentirmi (eh eh eh). Anche qui potrei scomodare Paolo e parlare di "rispetto della mia autonomia"! (Paolo, se passi di qui illuminaci con il tuo parere!).
      Un saluto, Bruno, vado a vedere se oggi hai scritto qualcosa.

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  2. Mi sa che ho proprio fatto bene a seguire il consiglio di Bruno e a venir qui a dare una sbirciatina!
    :)

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    1. Grazie, Rita, e benvenuta.
      Quanto a Bruno, è davvero una cara persona: prima o poi mi toccherà andare a Verona e offrirgli una pizza!
      A presto.

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