mercoledì 18 luglio 2012

"Ospiti illustri" n° 6: Francesco Petrarca

Francesco Petrarca, Canzoniere, XXXV 
SOLO ET PENSOSO I PIU' DESERTI CAMPI

***


Solo et pensoso i piú deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:

sí ch'io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co'llui.





sabato 14 luglio 2012

Resurrezione

- ... e Lazzaro riceve quella scossa
e tu la vedi quella vibrazione,
quell'elettricità, quella tensione
che lo pervade fino nelle ossa!

E la gente lì intorno era commossa,
partecipava di quell'emozione
ch'era la stessa di quelle persone
dipinte dentro quella stanza rossa...

Peccato che non c'eri! Era... grandioso!
- Peccato, si. Ma dimmi... quel tuo amico...?
- Quale amico? - Ma si, quel tipo... coso...

come si chiama... Enrico... Teodorico...
- Si chiama Federico. Sei geloso?
- Io? Noo... - E invece si! - Tu dici? - Dico!

***

La resurrezione di Lazzaro di Caravaggio è a Roma, a Palazzo Braschi, fino al 15 luglio.
 



giovedì 12 luglio 2012

Felice e anacoluto

Mentre rifletto su un anacoluto,
senza preavviso arriva il tuo messaggio:
«oggi vado a vedere Caravaggio
con un tipo... tu non l'hai conosciuto...

vabbè, poi ti racconto. Ti saluto!»
Cosa vuoi che ti dica?! Un uomo saggio,
il suo mestiere è di farsi coraggio:
la gelosia, se l'hai, muori cornuto!

Però son già passate cinque ore
da quando tu ed il tipo siete via...
cos'è, vi ha sopraffatti lo stupore

nella cappella di Santa Maria?
I tipi come questo intenditore,
bisogna fare come con Golia!


domenica 8 luglio 2012

Due ore

- Non fare quella faccia!
   Sei qui oramai da più di dieci giorni ...
   Si vede, sai, che hai voglia di tornare,
   quindi non me la stare a raccontare!
- Vabbé, però mi spiace di lasciarti ...
- Si, certo, come no! A che ora parti?
- Ho il treno fra due ore ... che ne dici
   se le passiamo a letto
   trombando come ricci?
- Scemo, se non ti spicci
   a Milano mi sa che non ci torni!
- Non devo fare niente, è tutto pronto:
   la valigia, il computer, il biglietto ...
   Su, forza, andiamo a letto ...
- Ma fa caldo, e già siamo sudaticci ...
- ... dai, non fare i capricci ...
- Oh, ma sei proprio tosto!!
- ... togliti i jeans e fammi un po' vedere
   quel che tieni nascosto ...
- Fai il bravo, per piacere ...
   e toglimi le mani dal sedere!



martedì 3 luglio 2012

Come le mie colline

Quella mia fanciullezza
fatta dell'infinito delle spighe,
delle vigne assetate, dei canneti,
di un filo d'acqua negli immensi greti
delle fiumare antiche,
delle colline nella mia finestra
che ogni giorno aggiungevano un colore
aspettando ogni estate il mio ritorno
quando le arrampicavo
per potermi affacciare
sul luccichio del mare e dei tramonti...

Quella mia fanciullezza
scandita lungo identiche stagioni
da canti di cicale,
da temporali e tuoni,
percorsa sempre in sella ad una bici
lungo binari vecchi di radici
sospesi sopra ponti di mattoni...

Quella mia fanciullezza
è la parte di me che non invecchia,
sfida il tempo nascosta nel mio sangue,
nella mia carne, dentro ogni mia fibra,
sembra sopita, ma ogni volta vibra,
risponde a un suono, a un alito di vento,
a un istante violento
che arriva inaspettato
e mi travolge con il suo profumo
e poi mi lascia intriso di tristezza,
in gola un grumo secco di dolcezza.

Quella mia fanciullezza
non è andata perduta, esiste ancora,
quel bimbo ancora corre tra le spighe,
tra campi e vigne, lungo le mie vene,
e ogni tanto ritorna,
io questo lo so bene.

Come le mie colline,
mentre apetto che torni,
anch'io cambio colore con i giorni.