domenica 11 agosto 2013

Spoon River # 5. Anonimo (un ragazzino)

Sono morto soltanto ieri sera,
non ho ancora una lapide ed un nome.
Ma un nome, in fondo, non ce l'ho mai avuto
e se l'ho avuto non me lo ricordo.
Però ricordo bene
che ho avuto una nomea
che mi ha guastato come un'infezione:
"Ragazzi, avete visto?
E' arrivato il ricchione!".

Che cosa importa se ti chiami Andrea
o Marco o Luca o un altro nome ancora
se a nessuno interessa quel che sei,
se gli basta sapere che sei gay?
Non ero solo quello.
Ero allegria, passione,
tristezza, solitudine, speranza,
e non ero diverso
da quelli che cercavo e che mi han perso.

Non ero coraggioso, quello no.
Ed anche ieri sera
mi mancava il coraggio
sul bordo del terrazzo.
Ma poi è stato più forte l'imbarazzo.



4 commenti:

  1. è molto toccante.
    ciao

    ps: bel tuffo :)

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  2. Non l'avevo più riletta da quando l'ho pubblicata, sai? Che succedano ancora queste cose mi fa incazzare in un modo! La vita è quello che è, ma buttarla via senza averla vissuta, e per questi motivi... vabbè, lasciamo perdere.
    Ciao, Bruno.

    Ps: bel tuffo, si: triplo salto carpiato con avvitamento! Punteggio: 9,95. Pubblico in delirio.

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  3. dipende dal corpo insegnante al 70%, secondo me. anzi, ne sono certo.
    ciao AG. un abbraccio

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  4. Rileggo questa pagina a distanza di mesi, e mi accorgo che il commento di Bruno (dove si parla di "tuffo") e la mia risposta possono indurre chi li leggesse a uno spiacevole equivoco. Il tuffo a cui si riferisce Bruno non ha niente a che fare, ovviamente, con la vicenda narrata in questa pagina; si riferisce invece alla poesia successiva ("Tango", pubblicata il 30 agosto) e alla foto che avevo usato come intestazione del blog in quell'occasione, e che ritraeva appunto un tuffatore. La cosa aveva senso per noi due, perché continuava un discorso fatto pochi giorni prima sul blog di Bruno. Mi rendo conto, però, che chi dovesse leggere questa pagina senza conoscere i fatti potrebbe cadere in equivoco: ecco il motivo di questa precisazione.

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