mercoledì 12 novembre 2014

O bosco di parole e d'argomenti

Sono tornato sulle pagine di Vibrisse con questo sonetto, ispirato dai versi di Giovanni Della Casa pubblicati qui e dai miei sentimenti contrastanti. La persona citata nell'ultimo verso è un assiduo e arguto frequentatore di quel blog.

***

O bosco di parole e d'argomenti,
di versi che s'intrecciano tra i rami
e coi racconti tessono ricami
e con gli accordi lieti dei commenti,

perché non posso ai tuoi ragionamenti
resistere, negandomi a' richiami,
perché non so, per quanto pur lo brami,
negare il passo ai tuoi camminamenti?

Nel folto ombroso tuo, da forestiero,
mi addentro con badile e piccamarra
ed ogni giorno traccio un mio sentiero;

ma silenzioso, ché l'ultima sciarra
echeggia ancora dentro 'l mio pensiero.
Pure son sempre qui, più d'Acabarra!



sabato 8 novembre 2014

Le tue gambe

Ogni mattina guardo le tue gambe
salire sul mio tram,
sedersi in fronte a me,
più o meno dirimpetto,
fasciate in quel tuo pantalone stretto.

Parlano, le tue gambe, lo sapevi?
Anche se a volte siedi un po' lontano
sento il loro richiamo,
le cerco in mezzo a tutte le altre gambe
e infine le ritrovo
nascoste dentro un pantalone nuovo.

Mi chiamano, io taccio.
Ma quando le accavalli
mi perdo nella linea del polpaccio,
poi risalgo al ginocchio
e infine butto un occhio sulle cosce
e le nascondo in mezzo alle mie ciglia.
E dell'intimità di questo gesto
tu certo non ti accorgi.

Almeno fino ad oggi.

Oggi mi son distratto
(colpa di un nuovo pantalone blu)
e le ho guardate un attimo di più.
Quando mi son ripreso
con discrezione ho sollevato un occhio
e ho visto che guardavi le mie mani.

«Cazzo, ho fatto il pastrocchio!».
Questo pensavo lungo via Cusani,
ed anche a quello che accadrà domani.