CARA
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Cosa ho davanti,
non riesco più a parlare,
dimmi cosa ti piace,
non riesco a capire
dove vorresti andare,
vuoi andare a dormire.
Quanti capelli che hai,
non si riesce a contarli...
sposta la bottiglia
e lasciami guardare
se di tanti capelli
ci si può fidare.
Conosco un posto nel mio cuore
dove tira sempre il vento
per i tuoi pochi anni
e per i miei che sono cento,
non c'è niente da capire,
basta sedersi ed ascoltare.
Perché ho scritto una canzone
per ogni pentimento
e debbo stare attento
a non cadere nel vino
o finir dentro ai tuoi occhi
se mi vieni più vicino.
La notte ha il suo profumo
e puoi cascarci dentro
che non ti vede nessuno
ma per uno come me, poveretto,
che voleva prenderti per mano
e cascare dentro a un letto...
che pena, che nostalgia
non guardarti negli occhi
e dirti un'altra bugia.
Almeno non ti avessi incontrato:
io che qui sto morendo
e tu che mangi il gelato.
Tu corri dietro al vento
e sembri una farfalla
e con quanto sentimento
ti blocchi e guardi la mia spalla,
se hai paura a andar lontano
puoi volarmi nella mano.
Ma so già cosa pensi,
tu vorresti partire,
come se andare lontano
fosse uguale a morire,
e non c'e' niente di strano
ma non posso venire.
Così come una farfalla
ti sei alzata per scappare,
ma ricorda che a quel muro
ti avrei potuta inchiodare
se non fossi uscito fuori
per provare anch'io a volare.
E la notte cominciava
a gelare la mia pelle,
una notte madre che cercava
di contare le sue stelle,
io li sotto ero uno sputo
e ho detto «olè, sono perduto!».
La notte sta morendo
ed e' cretino cercare
di fermare le lacrime ridendo,
ma per uno come me, l'ho gia detto,
che voleva prenderti per mano
e volare sopra un tetto...
Lontano si ferma un treno,
ma che bella mattina,
il cielo e' sereno.
Buonanotte, anima mia,
adesso spengo la luce