Papà, falla finita...
smettiamo di giocare a nascondino!
Quand'ero piccolino
sei tu che mi hai insegnato
quello che so del gioco,
cioè che è bello quando dura poco,
perciò falla finita
che questa volta non è divertente:
se ti nascondi in quella faccia assente
come faccio a trovarti?
Papà, cambiamo gioco.
Se non puoi più portarmi sulle spalle
come facevi quando ero bambino
stammi almeno vicino
e prendimi la mano
e dimmi che non provi più paura...
anche se hai freddo in questa notte scura
stando vicini un po' ci riscaldiamo.
Delicata e commovente...
RispondiEliminaGrazie!
Grazie a te, Rita.
RispondiEliminaCiao.
ho voluto aspettare...stupenda.
RispondiEliminal'ho letta e m'è venuta in mente "Peppino" di Venditti, forse perchè anche lui parlava di padri, figli, notti scure, paure...
ciao Grunto!!
Venditti parlava a suo figlio, io parlo a mio padre. Ma in fondo la questione è la stessa, solo vista da prospettive diverse.
RispondiEliminaHo letto il tuo scritto di oggi, e l'ho trovato davvero bello. Mi verrebbe da dire "importante". Sto venendo a dirtelo sul tuo blog.
Ciao, Bruno. Grazie.