domenica 6 novembre 2011

La pioggia dietro il vetro

Niente nuvole sparse
né tamerici, e tantomeno arse.
Qui il cielo è un pezzo solo
e cade lento ovunque
colando come pianto su una guancia
sui muri e sui balconi,
sui cappelli veloci dei passanti,
sopra la luce gialla dei lampioni
raccolta da pozzanghere tremanti,
sui tombini di ghisa
di questa triste via della Bovisa,
su tutto quel che resta
in questi dieci metri
visti dai vetri della mia finestra.

L'acqua continua lenta
a fare il suo rumore sempre uguale.
Io senza farlo apposta
mi stringo nelle braccia
e mi metto a pensare alla tua faccia,
ai tuoi occhi lucenti, ai tuoi colori,
a quel sorriso chiaro
che accompagnava i nostri sguardi muti...
e in questo sperdimento
trascorrono i minuti.

Da questo lento sciogliersi del tempo
un sospiro mi scuote d'improvviso.
Io chiudo gli occhi e ancora
trattengo in me il contorno del tuo viso.


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