lunedì 22 luglio 2013

Un poeta moderno

A che serve un sonetto? Io scrivo in prosa 
e me ne frego del linguaggio dotto: 
è roba vecchia, ed io mi sono rotto 
a verseggiare in forma rigorosa! 

Dante e Petrarca ne han già scritti a iosa, 
Caproni e Tasso e Foscolo e Zanzotto: 
ne vuoi ancora? Scrivi uno strambotto 
oppur sestine, o inni... o un'altra cosa! 

Tu pensa ai versi di un prozio metodico, 
o a quei fogli dei Baci Perugina... 
pensa che triste secolo prosodico! 

Per mezza buona idea che si indovina 
è tutto un gran girare un po' parodico: 
Veneranda Braga-lli Cava-dina! 

E poi questa manfrina 
d'attorcigliarci dentro qualche enigma: 
non è poesia se segui un paradigma!

***

Questo sonetto - da considerarsi come un esercizietto di tipo scolastico - è ispirato ancora una volta dal blog Vibrisse di Giulio Mozzi, e in particolare dalle sue "dieci buone ragioni per non scrivere sonetti". In un modo o nell'altro, ho cercato di infilarcele dentro tutte e dieci.
Il sonetto contiene due omaggi.
Il primo omaggio è a Edgar Allan Poe, e al suo sonetto "An Enigma" che Giulio richiama nella ragione numero 9. Per scoprire in cosa consista questo omaggio, è sufficiente leggere il sonetto originale di Poe
Il secondo omaggio è contenuto nel primo (sperando che l'omaggiata passi da queste parti).

Ecco l'elenco delle dieci buone ragioni per non scrivere sonetti:
1. I sonetti sono roba vecchia.
2. Non c’è nessuna ragione al mondo per cui un concetto, un sentimento, una descrizione, ecc. ecc., debbano stare per forza in 154 sillabe.
3. Hanno scritto sonetti Dante, Petrarca, Tasso, Bembo, Della Casa, ecc. ecc., fino a Foscolo, D’Annunzio, ecc. ecc., fino a Caproni, Zanzotto, ecc. ecc. (per fermarsi agli italiani: ma ci sarebbero Ronsard, Shakespeare, Gòngora ecc. ecc.). Come si fa a non sembrare delle capre, al confronto?
4. Migliaia, milioni, miliardi di sonetti sono stati scritti. Quasi tutti bruttissimi (la produzione degli autori al punto 3, rispetto alla massa totale, è minima). Dobbiamo aggiungerne?
5. Perché sonetti e non canzoni, ballate, sestine, rispetti, strambotti, inni, canzonette ecc. ecc.?
6. Tuo prozio scriveva sonetti per i compleanni, i battesimi, i matrimoni. Giunto a una certa età ne fece un libretto in copisteria, lo regalò a tutti i parenti, e li obbligò a leggerlo e a dirgli che i sonetti erano belli. Vuoi assomigliare a tuo prozio?
7. Ci sono già i foglietti dei Baci Perugina e quelli dei biscotti della felicità.
8. Ormai non c’è più nessuna sensibilità metrico-prosodica. Un secolo di versoliberismo e di poesia letta in traduzione ci ha definitivamente rovinati.
9. “Seldom we find, says Solomon Don Dunce, half an idea in the proufoundest sonnet“. (E. A. Poe, v.).
10. Infine, dopo la satira in terza rima Contro il sonetto, di Veneranda Bragadina Cavalli, pubblicata nel volume delle sue Rime (Verona, presso Angelo Tamo, 1619, p. 69) non c’è niente da aggiungere.

















5 commenti:

  1. Caro Attanasio (mai più aggiungerò quel che tu temi, lo giuro!), io son commossa! Come posso trattenere il mio entusiasmo? Posso ALMENO parlarne con le amiche, e vantarmene, e deliziarmene, e lodartene più che se avessi ricevuto in dono un diamante? Ah, come sbagliava, come sbagliava Marilyn (forse)! http://www.youtube.com/watch?v=0L8sHIU8YAg

    Attanasio, ti ringrazio dal più profondo del cuore e aggiungo una nota che spero ti faccia piacere:sono certa tu abbia un magnifico quadrato dei lombi!

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  2. Dimenticavo: ti fidi, vero, se ti garantisco di aver capito perfettamente e subito? Semplicemente, mi sembra opportuno far mia la raccomandazione di Dante (e della Settimana Enigmistica pure):
    O voi ch'avete li 'ntelletti sani,
    mirate la dottrina che s'asconde
    sotto 'l velame de li versi strani.
    (Inferno: canto IX v. 61-63)

    Sei d'accordo anche tu? ;)

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  3. Si, si, sono d'accordo, anche se... come dire... mi sento molto "piccolo" a veder citato in queste pagine un capolavoro immortale come quello a cui ti riferisci. No, dico: la Settimana Enigmistica!! Son mica cazzabubboli!!
    L'altro, invece, come si chiama... quel Dante, chi è? Un amico tuo?
    Comunque, certo che puoi parlarne con le tue amiche, con Dante, con chi ti pare (con le tue amiche puoi parlare anche del mio quadrato dei lombi. Con Dante è meglio di no).

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  4. Seguirò ogni tuo consiglio alla lettera, non ti preoccupare.
    Rispondo ai tuoi quesiti, giusto per cortesia verso di te, perché in fondo Dante, che copia i versi dalla Settimana Enigmistica e li spaccia per suoi, è un tipo un po' verbosetto e non merita che due righe, per contrappasso.
    È amico mio, ma fra noi non c'è nulla, lui punta Beatrice, lo sanno tutti nel giro! Comunque sia, non parlerò del tuo quadrato dei lombi in sua presenza, perché ha le sue idee e dopo non la smette più con la donna angelicata, lo stile che uno deve avere (nuovo dice lui, lo va ripetendo a tutti, sapessi!). Discorso diverso sarebbe se tornasse a trovarmi Giovanni, altro amico mio. L'ultima volta siamo andati in campagna insieme (eravamo in dieci, tre uomini e sette donne), siamo stati via quattordici giorni, ma quattro si potrebbe non contarli. Bé, con lui sì che avrei potuto parlare del quadrato dei tuoi lombi, con lui quasi non si può parlar d'altro che di scherzi o di storielle un po' pruriginose! Se le mie amiche ed io ci fossimo portate, oltre a lui, Dante e Francesco - un altro di cui non ti sto a dire perché potresti esserne geloso, se ti diletti in sonetti - certi discorsi non sarebbero certo usciti in quei dieci giorni di cui ti sto parlando!
    Comunque, giusto per farti conoscere qualcuno del giro, Dante esce spesso con Guido e un tale Lapo, dicono che sia di famiglia importante, quest'ultimo. Poi c'è Francesco, già ti ho detto, poi Guittone (è di Arezzo, lui, gli altri lo snobbano un po'), c'è Lorenzo (gran bel tipo, davvero). Te li sto elencando un po' a caso, questi amici miei, non è che io frequenti una compagnia sola! Ultimamente, per dire, mi vedo spesso con un certo Giulio che anche tu dovresti conoscere, ma non voglio certo star qui a seminar zizzania, come è già successo, ahimé, anche perché fra noi non c'è proprio niente, se non grande stima da parte mia, come tu certo saprai!
    E tu, Attanasio, parlami un po' di te, invece...

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  5. Wow, Morena, che bella compagnia! Ahimè, non conosco nessuno di loro, ma da come ne parli deve trattarsi di gente in gamba, chi più chi meno.
    Un po' ti invidio, ma non tanto: io, qui nella mia soffitta - pur in mezzo agli stenti, in preda ai morsi della fame e soffrendo il caldo o il freddo a seconda delle stagioni - vivo soddisfatto in beata solitudine! Anche se, purtroppo, ho il sospetto che non basti la vita bohémienne a fare di me un poeta!
    Un pensiero profondo, quest'ultimo, che vedrò di approfondire tra poco, davanti a una lombata di vitello. Con patatine e birra, ovviamente.
    Buon appetito.

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