giovedì 23 gennaio 2014

Sit tibi terra levis

"Cosa cazzo ti piangi, sei coglione?".
Mi sembra di sentirti
mentre mi asciugo gli occhi col maglione.
E si, forse hai ragione:
a cosa vuoi che serva il mio dolore
se tu non puoi vederlo,
se io dovrò scordarlo già domani...
domani dovrò vivere,
e allora tanto vale farlo adesso
qui, chiuso in questo cesso
dove ho nascosto il viso tra le mani.
Un poco d'acqua fresca
per lavare le lacrime e il dolore,
un respiro profondo
prima di ritornare in mezzo al mondo.

Ma tu non passerai dentro di me,
ritornerai a cercarmi
quando sarò da solo
e parlerai con me
mentre starò bevendo quel caffè.

Ti sia lieve la terra, amico mio,
com'era lieve il tuo modo di fare.
Se un altro luogo esiste
spero che t'assomigli,
sarebbe un gran bel posto dove stare.



mercoledì 1 gennaio 2014

Ospiti illustri n° 17: Alda Merini

Alda Merini, da Vuoto d'amore, 1991
LE OSTERIE

***

A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell'eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l'acre vapore del vino
indenne,
meglio l'ubriacatura del genio,
meglio si meglio
l'indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d'oro.