domenica 23 dicembre 2012

Film

- Trovane almeno uno divertente,
non il solito dramma esistenziale...
- Questo mi sembra proprio niente male:
è la vicenda di un adolescente

che naufraga in un tragico incidente,
si aggrappa a una scialuppa e quando sale
ci trova dentro già qualche animale
tra cui una tigre poco compiacente;

ma lui non si scoraggia, ed è così...
- Non mi dire il finale! ...e di chi è?
- E' l'ultima fatica di Ang Lee.

- Ah beh, allora...! E il titolo qual è?
- Si chiama... aspetta un po'... "Vita di Pi".
- Sicuro che non è "Vita di me..."?

sabato 15 dicembre 2012

"Ospiti illustri" n° 9: Eugenio Montale

Eugenio Montale, da Ossi di seppia, 1925
I LIMONI

***

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità. 

















venerdì 7 dicembre 2012

Satiro torna, e assieme a lui rimena

Satiro torna, e assieme a lui rimena
e i furbi e i servi, sua dolce famiglia,
et nuove fregne et qualche Filomena
che prima v'era già nella squadriglia.

Ridono i padri, e c'è chi si dimena
per esser primo a consegnar la figlia
a lui che, con la testa d'amor piena,
come animal d'amar si riconsiglia.

Ma per me, lasso, tornano i più gravi
presentimenti, che già 'l cor mi tange
l'idea che anche stavolta lui le chiavi

et muova l'augelletto et la falange
con belle donne in tali atti soavi
mentre 'l paese attorno affonda e piange.

***

Francesco Petrarca, Zephiro torna, e’l bel tempo rimena
Zephiro torna, e’l bel tempo rimena, / e i fiori et l’erbe, sua dolce famiglia, / et garrir Progne et pianger Philomena, / et primavera candida et vermiglia. / Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena; / Giove s’allegra di mirar sua figlia; / l’aria et l’acqua et la terra è d’amor piena; / ogni animal d’amar si riconsiglia. / Ma per me, lasso, tornano i piú gravi / sospiri, che del cor profondo tragge / quella ch’al ciel se ne portò le chiavi; / et cantar augelletti, et fiorir piagge, / e ’n belle donne honeste atti soavi / sono un deserto, et fere aspre et selvagge.

















domenica 2 dicembre 2012

"Ospiti illustri" n° 8: Umberto Saba

Umberto Saba, da Trieste e una donna, 1910-12
CITTA' VECCHIA

***

Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
dall'osteria alla casa o al lupanare
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito
nell'umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d'amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s'agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.