martedì 1 novembre 2011

Un luogo nella mia testa

Intorno tutto crolla
- certezze, banche, stati, economie -
ma sembra che nessuno se ne accorga,
ognuno preso dalle sue follie
(telefonini, tecnologie...).
Tutti sono convinti
che in fondo tutto ciò non li riguardi,
anche se già intravedo negli sguardi
qualche incertezza, qualche incrinatura...
Ma la Storia è veloce ed è violenta,
è come la Natura
che certo non si cura
della bestia azzoppata che rallenta
e resta sola in mezzo alla pianura.

Stamani uno di quelli
che mi chiamò profeta di sventura
mi ha detto che ci avevo visto lungo
e mi ha chiesto che cosa si può fare.
Eravamo seduti al bar del corso.
Io lì per lì sono rimasto zitto,
poi con calma ho bevuto un altro sorso
e ho cambiato discorso.

Il fatto è che oramai è già tutto detto:
non serve a un accidente
dire che non si può più fare niente.
Preferisco il silenzio,
e un luogo calmo in cui prendermi cura
di questa mia paura
che ancora mio malgrado mi accompagna.
Così mi sono alzato, ho salutato
e lentamente ho preso a passeggiare
tra le vetrine lungo quelle vie
(telefonini, tecnologie...).
Con fare indifferente
in mezzo a tutta quanta quella gente
ho fatto il vuoto dentro la mia testa,
tacendo e riservando ad altro luogo
tutto quello che sento e quel che provo.


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