martedì 3 luglio 2012

Come le mie colline

Quella mia fanciullezza
fatta dell'infinito delle spighe,
delle vigne assetate, dei canneti,
di un filo d'acqua negli immensi greti
delle fiumare antiche,
delle colline nella mia finestra
che ogni giorno aggiungevano un colore
aspettando ogni estate il mio ritorno
quando le arrampicavo
per potermi affacciare
sul luccichio del mare e dei tramonti...

Quella mia fanciullezza
scandita lungo identiche stagioni
da canti di cicale,
da temporali e tuoni,
percorsa sempre in sella ad una bici
lungo binari vecchi di radici
sospesi sopra ponti di mattoni...

Quella mia fanciullezza
è la parte di me che non invecchia,
sfida il tempo nascosta nel mio sangue,
nella mia carne, dentro ogni mia fibra,
sembra sopita, ma ogni volta vibra,
risponde a un suono, a un alito di vento,
a un istante violento
che arriva inaspettato
e mi travolge con il suo profumo
e poi mi lascia intriso di tristezza,
in gola un grumo secco di dolcezza.

Quella mia fanciullezza
non è andata perduta, esiste ancora,
quel bimbo ancora corre tra le spighe,
tra campi e vigne, lungo le mie vene,
e ogni tanto ritorna,
io questo lo so bene.

Come le mie colline,
mentre apetto che torni,
anch'io cambio colore con i giorni.



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