mercoledì 1 maggio 2013

Spoon River # 4. Marino, Gianni e Pietro (tre operai)

(Marino)
«Avevo il mio lavoro, ed ero fiero
della mia vita e della mia famiglia:
mi riempivo il cuore di mia moglie,
mi illuminavo gli occhi di mia figlia,
e ritornare a casa era un piacere
dopo le lunghe ore nel cantiere.»

     (Gianni)
     «Io stavo con mia madre, e adesso è sola.
     Da quel giorno non dice una parola.»

(Pietro)
«Quel giorno, lo confesso, ebbi paura
di salire su quell'impalcatura.
Pensai a Maria e mi dissi "se non torno
si farà avanti certo il macellaio
e lei farebbe bene ad accettarlo".
Di questo ebbi paura:
non della mia, ma della sua sventura.»

     (Gianni)
     «Trascorre il tempo in casa, senza amici,
     lucidando i ricordi e le cornici.»

(Marino) 
«Mia moglie è stata brava:
ha fatto sacrifici e l'ha allevata
come io meglio non avrei saputo.
Ieri mi ha detto che si è laureata!
Avrei voluto dirle per davvero
che non ho smesso mai di essere fiero!»

     (Gianni)
     «Ma viene tutti i giorni, e porta un fiore
     per non farmi vedere il suo dolore.»

(Pietro)
«Pensai di non salire,
di dire che non mi sentivo bene
e di tornare a casa ad abbracciarla...
ma fu solo un momento:
mi liberai di quel presentimento
e dissi alla mia squadra di salire,
e ci salii io stesso.
Stavo d'avanti, e loro due dappresso.»

     (Gianni)
     «Ieri mi ha regalato le mimose
     e mi ha detto parole silenziose.»

(Marino) 
«Ma io, finché ho vissuto,
non ho avuto paura del domani:
un cantiere per me c'è sempre stato
per guadagnarmi il pane con le mani...
ma mia figlia domani che farà?
Senza lavoro non c'è dignità!»

     (Gianni)
     «Mi ha detto sorridendo solo questo:
     "bambino mio, ci abbracceremo presto".»

(Pietro)
«Lei poi non l'ha voluto il macellaio.
Ha lasciato il paese, se n'è andata
e so che in qualche modo ce l'ha fatta,
so che ha sofferto, ma si è sistemata.
Me lo ha detto lei stessa: quando torna
non scorda mai di darmi il suo saluto.
Ma poi mi lascia, ed io rimango solo
e penso a tutto quello che ho perduto.»




4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie, Bruno.
      Sai, oggi è il primo maggio e così, senza troppa retorica, ho pensato a quelli che non lo festeggiano.
      Ciao.

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    2. A quelli che non lo festeggiano più.

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    3. è proprio l'assenza di retorica che rapisce. credo sia una cosa difficilissima specie quando vuoi creare qualcosa, comunque, di poetico.
      ciao!

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