giovedì 16 gennaio 2020

Veleno

Forse magari cambia. Oppure no:
forse sarà soltanto ormai un'attesa
senza una conclusione, come in chiesa
o al superenalotto o che ne so.

C'è un giorno in cui ti arrendi ad una resa
che avevi lì di fronte già da un po'
e non hai voglia più di ma e però
e non attacchi e neanche stai in difesa.

Guardi, perché la vista è necessaria,
ma ascolti poco e parli pure meno
e non tocchi nessuno e assaggi l'aria.

E proprio mentre bevi quel veleno
capisci che è una storia millenaria.
Ma non sai se t'importa più nemmeno.



4 commenti:

  1. Bentornato! Molto complesso questo sonetto, come ogni rinuncia e resa meditate, scelte.

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  2. Ciao, Bruno.
    Scusa se rispondo così in ritardo, ma ultimamente non passo spesso da queste parti... l'ho fatto due settimane fa, quando ho scritto "veleno", e poi non più. L'ho scritta di getto, in pochi minuti, e rileggendola oggi mi accorgo che hai ragione, è un po' complessa. Del resto l'ho scritta senza pensare, tirando fuori quello che veniva, quello che c'era da dire in quel momento... e in quel momento era tutto chiaro. In ogni caso, credo che volessi semplicemente dire che sono molto stanco. Di solito sopportiamo la stanchezza (di qualunque tipo, per qualunque situazione) perché dentro di noi siamo sicuri che passerà. Se ti arrendi all'idea che non passerà, qualcosa cambia dentro. Probabilmente è questo che volevo dire.

    Nel frattempo sono ancora stanco, ma ho ripreso a pensare che passerà. Forse.

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  3. Mi dispiace e per quel poco che vale ti do un abbraccio virtuale

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  4. Sono contenta di avervi ritrovato. Sono felice di pensare ad Attanasio con tanto affetto intatto, ma anche di Bruno ho letto come si legge di chi vuoi ritrovare.

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