sabato 3 novembre 2012

Senza titolo # 2

Io non lo so chi sei, non ti conosco,
non so se hai un nome, un volto, un sogno, un dio,
ma il tuo dolore rassomiglia al mio
e tanto basta a farti mio fratello.

Questo è quello di te che riconosco:
le tue parole come un rantolio,
gli occhi sbarrati contro il luccichio
di un'affilata lama di coltello.

Nel tuo corpo segnato leggo il mio,
nelle tue cicatrici riconosco
i segni impressi dentro il mio cervello.

Ma rimaniamo estranei tu ed io,
ché non sei tu quello che riconosco
ma è soltanto la lama del coltello.


2 commenti:

  1. criptico...quasi cinematografico, ho immaginato la scena ma non riesco a capire chi è cosa...
    complimenti per la foto, potevi almeno sorridere!

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  2. E' vero, è un po' criptica...
    Ma in questa poesia è come se parlassi a una persona ben precisa, che ovviamente mi capirebbe. Ecco, diciamo che stavolta questa poesia è solo sua. Anche se non lo sa.

    Grazie dei complimenti per la foto del profilo. In effetti ne ho un'altra in cui sorrido, ma ho scelto questa perché nell'altra sono spettinato.

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